sabato 10 marzo 2012

La capitale

Oggi sono andato il visita con Elena a Goiania, la capitale dello stato dove siamo ospitati.
Per raggiungerla è necessario prendere un bell’autobus moto simile hai nostri ma con qualche differenza tecnica sostanziale : si sale sono davanti e solo timbrando si sblocca il tornello che permette di accedere alla zona passeggieri, i bambini viaggiano gratis.
E questo autobus porta alla stazione, al limitare della capitale, in una mezzoretta, dove si prede il “lecho” un bel autobus enorme, di quelli con in mezzo lo snodo a fisarmonica, che ti porta lungo l’arteria principale della capitale, che divide in due Goiania, prendendo quest’autobus dalla stazione periferica non si paga.
Scesi dall’autobus abbiamo percorso la via centrale piena di negozi fiancheggiata da grattaceli, più o meno grandi, di cemento, abbastanza segnati dal grande inquinamento di una metropoli di 2 milioni di abitanti.
Come prima cosa abbiamo visitato il mercato coperto dove si possono acquistare vari prodotti tipici derivati dalla lavorazione del cuoio, del legno e di altri materiali del luogo, in oltre non mancavano le innumerevoli spezie e vari macellai più o meno in regola in fatto di igiene.
Successivamente abbiamo visitato un altro mercato coperto completamente dedicato ai vestiti e alle scarpe dove ogni bancarella occuperà un paio di metri quadri e si estende verso l’alto per almeno quattro cinque metri, creando un leggero senso di soffocamento coadiuvato dalla grade afa del mezzogiorno.
Poi siamo andati a mangiare nel centro commerciale chiamato “banana”, uno come i nostri : due piani, negozi di tutti i tipi, una zona coi ristoranti e un bel cinema multisala, caratterizzato dalla sua organizzazione: negozi piccoli divisi da corridoi a labirinto tutti uguali, per fortuna il centro commerciale non era cosi grande da perdersi. 
In somma Goiania è una capitale un po' caotica tipo le nostre completamente orfana di un centro storico mai esistito dato che è stata progettata a tavolino non molti anni fa, caratterizzata da una rapida espansione e da una edilizia quasi selvaggia, ma piena di persone comuni.

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